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Publication Type:
Newspaper ArticleSource:
l'Unita, Rome, Italy (2013)URL:
http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2505000/2500161.xml?key=jorie+graham&first=1&orderby=1Full Text:
Premio Nonino a Jorie Graham Il suo «Place» è poesia civile di denuncia e di speranza Poetessa dei grandi spazi della mente, è cresciuta in Italia, ha studiato alla Sorbona e solo in seguito si è trasferita in Americadi Antonella Francini
È andato alla poetessa americana Jorie Graham il Premio Internazionale Nonino 2013, la poetessa dei grandi spazi della mente in cui sorgono domande che richiedono riflessione, esigono repliche, coinvolgono e contagiano. La giuria, presieduta dal Nobel V.S. Naipaul, ha definito proprio così la sua lirica nella motivazione rilasciata alla stampa: «contagiosa e coinvolgente», una poesia «dove la parola ritrova la sua eticità e spiritualità tendendo all'infinito». Bisogna infatti partire dalla parola e dalla riconquista del suo valore etico oltre che letterario per entrare nell'affascinante e travolgente mondo creato da Graham in oltre trent'anni di scrittura. Ognuno dei suoi dodici volumi di poesia fa parte di un disegno che non ha mai perso di vista il ruolo che poeti e poetiche, arte e artisti, dovrebbero avere nella realtà storica. Questo soprattutto quando, si legge spesso nei suoi versi, tutto intorno a noi sembra dissolversi e sfaldarsi, complici forme di autodistruzione sempre più raffinate, dalle guerre tecnologiche ai conflitti culturali, gli squilibri ecologici, l'arroganza del potere, l'assenza di spiritualità e comunicazione. Poesia civile, di denuncia e di speranza di una persona che «ha qualcosa da dire», e siccome è un poeta lo dice in poesia, come facevano Lucrezio e Dante. Così scrive Louis Menand sul The New Yorker definendo il recente libro di Graham, Place, il più bel libro letto negli ultimi anni, un libro in cui, a differenza di Lucrezio e Dante, si parla del nostro pianeta, dell'aria che respiriamo, delle strade su cui camminiamo e di cosa vuol dire essere contemporanei oggi. Il Premio Nonino è l'ultimo dei molti importanti riconoscimenti andati alla sua opera, dal Pulitzer nel 1996 al prestigioso Forward Poetry Prize lo scorso ottobre che l'Inghilterra ha assegnato per la prima volta a una donna americana. Ma il Nonino ha forse un significato tutto speciale per Jorie Graham che ha con l'Italia un lungo e personale rapporto. Nata a New York nel 1950, ha passato l'infanzia e l'adolescenza fra Roma e Todi, dove il padre giornalista e la madre scultrice si erano trasferiti. In un'intervista Graham ricorda l'ambiente multiculturale romano in cui è cresciuta dove arte e attualità si mischiavano continuamente in un mondo eterogeneo di artisti, registi, scrittori, politici, rockstar e prelati. L'italiano è stata la sua prima lingua, quella parlata in famiglia; il francese la seconda, appreso al liceo romano Chateaubriand e a Parigi, dove si trasferisce nel 1967 per studiare sociologia alla Sorbona. Il coinvolgimento nei movimenti studenteschi di quegli anni la riportano però negli Stati Uniti, dove vi approdava sostanzialmente per la prima volta e con una conoscenza imperfetta dell'inglese. Gli studi cinematografici e letterari alla New York University le aprono la carriera accademica svolta per lo più nell'ovest americano, in Wyoming e all'Università dell'Iowa, dove ha anche diretto il celebre Writers' Workshop, prima di arrivare a Harvard dove adesso ha la cattedra occupata precedentemente da Seamus Heaney. Anche in questo caso è stata la prima donna a ottenere una posizione di tale prestigio. Queste vicende biografiche fanno di Jorie Graham il poeta americano più cosmopolita della sua generazione - tuttora trilingue, tuttora divisa fra Europa e Stati Uniti e portano nella sua scrittura la ricchezza culturale, artistica e filosofica dei luoghi in cui ha vissuto. Di lei Massimo Bacigalupo ha scritto: «Figlia d'arte, romana d'adozione, francese per sofisticazione, americana per passione, Jorie si pone nella tradizione dei poeti mondiali alla Whitman che riflettono in testi imbricati su spirito e mondo, pubblico e privato». Su questo sfondo si sviluppano le sue riflessioni sul rapporto dell'individuo col mondo fisico e metafisico, con la storia e con le più urgenti questioni sociali e politiche.In forma drammatica la voce narrante esorta il suo lettore a essere presente alle sue azioni, lo attrae nella sua seducente cascata di parole, lo chiama a svegliarsi dal torpore, a condividere obblighi e responsabilità, a partecipare alla costruzione del significato della vita e della storia individuale e collettiva. «Mi aiuti in questa faccenda?», scrive in una poesia, «Sei là nella tua immobilità? È un luogo reale? / Dio sa come anch'io vorrei che continuasse la poesia, // vorrei la morbida deviazione mutata in bellezza%%». Questa voce risuona come fosse esterna al testo, fuori campo, dispone e ridispone le parole sulla pagina, tenta costruzioni linguistiche, si corregge e riformula il pensiero per spingersi nelle profondità della mente e della coscienza e tentare la ricostruzione di una realtà che continua a sfaldarsi. Il mondo che Graham ci spinge a guardare è il nostro mondo. Il punto di partenza delle sue riflessioni è sempre un'esperienza comune a tutti noi in cui ci rivediamo perfettamente come stessimo davanti a uno specchio: una passeggiata in un giorno d'inverno, una notizia letta sul giornale, il traffico nell'ora di punta, un viaggio in un taxi guidato da uno straniero, le paure che suscitano i disastri ecologici o il desiderio di preservare la bellezza del mondo. Perciò diventa facile seguire i suoi percorsi mentre passano veloci da una cosa all'altra, come il suo sguardo e il suo pensiero. Queste sono in fondo le strade che vorremmo percorrere anche noi, dove lei ci porta e ci guida. Quanto al Nonino, Jorie Graham si è detta onorata d'essere stata eletta a far parte di un gruppo di personalità di così alto livello, i vincitori di quest'anno e quelli degli anni precedenti che incontrerà il prossimo 26 gennaio quando Claudio Magris le consegnerà il premio nelle distilleria di quella straordinaria famiglia che dà vita e nome al premio. Vedere la propria poesia riconosciuta da chi trae forza da un profondo rapporto con la terra e dall'antica fede nella trasformazione dell'uva porta un valore insolito e raro, ha detto, spingendoci indietro nel tempo, in terra italiana, fino a Virgilio e Orazio. La giuria, ha aggiunto, è così varia e ognuno che ne fa parte così illustre che si ha la sensazione di «essere ammessi nella polis di una città ideale o alla bella scola dantesca, dove tutti, i vivi e i morti, sono completamente dediti a tenere viva la curiosità umana, l'immaginazione e la ricerca di conoscenza e bellezza». Bisogna brindare, ha concluso, a chi porta avanti imprese simili e alla lunga tradizione di saggezza italiana e classica che sta dietro di loro. Cos'altro siamo se non lingua, terra e materia? La poesia di Jorie Graham è stata pubblicata in italiano su varie riviste, fra cui Semicerchio che ha ospitato l'autrice per seminari e reading. Un'ampia antologia della sua opera da me curata, L'angelo custode della piccola utopia, è uscita nel 2009 per Sossella, disponibile sul sito dell'editore. Il suo nuovo acclamatissimo libro, Place, uscirà per Mondadori, un libro necessario, urgente addirittura, come è stato scritto in occasione del conferimento del Forward Poetry Prize, da leggere e rileggere e far conoscere a chi ancora non conosce la poesia di questa grande scrittrice.
13 January 2013 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 22) nella sezione “Speciali”
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graham_l_unita_2013.pdf | 1.47 MB |